
Il fumetto introvabile: la storia dell’edizione nera di Naruto in Italia
Succede spesso, infatti, che una casa editrice vada a lanciare una serie con tirature contenute, calibrate su un pubblico di nicchia: all’inizio le copie distribuite sono poche e non sempre vengono ristampate. Tempo dopo, anche a distanza di anni, può accadere tuttavia qualcosa di inaspettato: un anime esplode in TV, una serie diventa virale o semplicemente i gusti del pubblico cambiano. E così, all’improvviso, quelle prime edizioni diventano oggetti di culto. È quanto accaduto alla cosiddetta “edizione nera” di Naruto, pubblicata dalla casa editrice Planet Manga, una linea di Panini Comics: la messa in onda dell’anime con protagonista il biondo ninja del Villaggio della Foglia ha generato un effetto domino sensazionale sul mercato editoriale dei primi anni Duemila. Per molti, quella caccia disperata all’edizione nera resta un ricordo vivido, oltre che una sorta di rito di iniziazione nel mondo del collezionismo manga.
La storia dell’edizione nera di Naruto: il contesto culturale
All’inizio del nuovo millennio, l’Italia stava vivendo un momento di grande fermento in relazione all’animazione giapponese: una nuova generazione di ragazzi si avvicinava a quel mondo, ancora affascinata dall’ondata degli anni ‘80 e ‘90 legata ad anime come Dragon Ball, Saint Seiya, Captain Tsubasa e Sailor Moon. Fu proprio in questo clima che, nel 2006, Italia 1 trasmise per la prima volta la trasposizione animata di Naruto, opera di Masashi Kishimoto pubblicata dall’ottobre 1999 sulla rivista nipponica Weekly Shonen Jump.
L’impatto del giovane ninja sul pubblico fu immediato: la sua storia, quella di un adolescente emarginato, determinato a farsi accettare da tutti e diventare Hokage, conquistò migliaia di spettatori. Possiamo affermare che quel periodo, a suo modo, abbia rappresentato una sorta di spartiacque per il manga in Italia: non solo Naruto diventò un fenomeno di massa, ma anche il mercato editoriale si adattò ad una nuova ondata di giovani lettori.
Il caso dell’edizione nera di Naruto: la “corsa al fumetto”
Prima della trasmissione in TV, come accennato, Naruto era già presente nel mercato italiano: Planet Manga aveva puntato su un’edizione destinata ad un pubblico limitato, già addentrato nell’universo manga, con tirature piuttosto contenute. La serie, riconoscibile dal colore nero utilizzato per la numerazione dei volumi sulla costina, venne appunto ribattezzata informalmente “edizione nera”. Ebbene, quando l’anime esplose in popolarità le fumetterie furono letteralmente prese d’assalto: ragazzi e ragazze che avevano visto gli episodi volevano gustarsi la versione originale e scoprire come continuasse la storia.
E così, le copie rimaste nei magazzini andarono esaurite nel giro di pochissimo tempo: l’edizione nera era ormai quasi introvabile. I primi numeri – quelli dall’1 al 4 – e i numeri 13, 14 e 15 risultavano particolarmente difficili da reperire ed erano dunque i più ricercati. Quel poco che restava tra le mani di rivenditori e collezionisti finiva spesso rivenduto a prezzi esorbitanti ai mercatini, nelle fiere o su Internet. Si era creato, in pratica, una sorta di mercato parallelo in cui certi volumi diventavano prede ambite: alcuni rivenditori aumentarono i prezzi, altri si rifiutavano di vendere i loro tesori, conservandoli come “beni d’investimento”. I forum online si riempirono di post di chi, in una caccia frenetica al volume mancante, era disposto a tutto pur di completare la collezione.
La risposta di Planet Manga: l’edizione rossa
Vista la situazione, Planet Manga capì rapidamente di trovarsi davanti ad un’opportunità senza precedenti. La soluzione della casa editrice fu quella di lanciare una nuova ristampa, in un formato semplice ed economico, pensato per il grande pubblico: la cosiddetta “edizione rossa” di Naruto, riconoscibile per la numerazione scarlatta anziché nera, vide la luce. Tale serie sancì il ritorno del successo editoriale di Kishimoto in fumetteria a partire dal primo capitolo. Si trattò di una mossa vincente: l’edizione rossa vendette decine di migliaia di copie e Naruto è diventato in breve tempo uno dei manga più venduti in Italia. L’edizione nera, quella prima tiratura ormai esaurita, mantiene però il suo fascino da collezione ancora oggi immutato.