Certificazione Fairtrade: cosa è e perché è così importante per le aziende
Il termine “fairtrade” rappresenta il concetto più innovativo di economia sostenibile nella sua accezione più ampia, nel rispetto dell’ambiente e di tutti i soggetti che alimentano la filiera produttiva. Oltre che una filosofia, Fairtrade è anche il nome dell’associazione internazionale che promuove la cultura del “fair trade”, ossia il commercio equo e solidale. A livello internazionale, Fairtrade è considerato uno dei principali movimenti globali per il cambiamento.
La mission del fairtrade è quella di mettere in collegamento agricoltori, imprese e governi per promuovere a livello globale il commercio equo e sostenibile. Il concetto di equo si riflette su quello di “dignità”: Fairtrade sostiene che l’abolizione della povertà debba passare dalla giusta retribuzione per gli agricoltori. Inoltre, l’organizzazione supporta la creazione di attività in proprio gestite dalle donne, tramite un percorso di formazione dedicato.
Il sistema di Fairtrade: com’è composto?
A livello organico, il sistema Fairtrade è composto dall’interazione di diversi soggetti:
- Lavoratori e produttori del settore agricolo: a loro sono affidate importanti chiavi decisionali nel processo globale. L’obiettivo di Fairtrade è ribaltare il paradigma del sistema commerciale “tradizionale”, in cui il loro peso specifico rispetto all’intera filiera è assai marginale. Complessivamente, esistono oltre 1.800 organizzazioni di produttori, in rappresentanza di 1,9 milioni di persone (dati aggiornati al 2021). Tali network sono a loro volta concentrati in tre grandi rappresentanti per area geografica: Africa e Medio Oriente, Asia-Pacifico, America Latina e Caraibi;
- Fairtrade Organizations e Business: 25 punti di riferimento nazionali (Italia compresa) che fungono da vademecum per avere tutte le informazioni in merito al commercio equo e solidale: dai prodotti che rispettano lo standard, alle richieste per diventare licenziatari. Il loro compito principale è quello di concedere la certificazione di autenticità Fairtrade (che viene però confermata da un ente esterno chiamato Flocert);
- Fairtrade International: il cervello pensante. Istituita nel 1997, è un’associazione no-profit formata da membri di 22 organizzazioni nazionali. Il suo obiettivo è coordinare le attività delle Organizzazioni dalla sua sede centrale di Bonn, in Germania. Essa è proprietaria a livello legale del marchio Fairtrade, inoltre collabora con i governi e i soggetti privati per avviare progetti di sensibilizzazione sul tema.
Fairtrade: gli obiettivi e il ruolo dei consumatori
Illustrata dunque la struttura, vediamo ora gli obiettivi del Fairtrade. Come logico attendersi, tutto ruota intorno alla parola “fair”, la cui traduzione in italiano è “equo”. Il concetto di equità, in termini economici, presuppone una situazione “vincente” per tutti i soggetti interessati, a cominciare dai produttori.
Nella lista di obiettivi volti a tutelare il ruolo dei lavoratori agricoli troviamo:
- Necessità di stabilire un livello di prezzi almeno pari al costo di produzione sostenibile del raccolto;
- Garantire condizioni di lavoro dignitose e vietare ogni forma di discriminazione, lavoro forzato o lavoro minorile:
- Consentire il prefinanziamento ai produttori che lo richiedono, aprendo l'accesso al capitale per aiutare a stabilizzare le loro attività;
- Possibilità di pianificare il futuro con maggiore sicurezza e stabilire relazioni più solide con gli acquirenti;
- Favorire la creazione di un circolo virtuoso attraverso il premio Fairtrade: una somma in denaro extra da investire obbligatoriamente in progetti scelti dai produttori stessi (Dal 2014, i produttori e gli agricoltori di Fairtrade hanno ricevuto oltre 994 milioni di euro in premi, molti devoluti a favore dell’istruzione minorile)
- Al tempo stesso, anche i consumatori sono una parte cruciale del circolo in quanto destinatari finali. La scelta di un prodotto Fairtrade va infatti oltre la semplice esperienza di acquisto, poiché significa sostenere il lavoro quotidiano svolto dai produttori agricoli e consente loro di guardare con ottimismo al futuro.
Secondo uno studio condotto da GlobeScan su campioni di consumatori in 15 Paesi, oltre il 60% dei consumatori conosce il marchio Fairtrade e l'80% di essi afferma di avere una percezione positiva dei marchi che lo riportano.
Come si ottiene la certificazione Fairtrade
Un prodotto che reca sulla confezione la certificazione Fairtrade indica che i produttori e le aziende hanno rispettato standard concordati a livello internazionale riconosciuti in modo indipendente. Inoltre, il marchio garantisce la completa tracciabilità del prodotto, dall'azienda agricola allo scaffale.
Il logo identificativo fu disegnato dall’olandese Max Havelaar nel 1988. Di forma rotonda, esso ritrae una figura umana stilizzata che separa due aree colorate di verde e di blu, colori con cui oggi è universalmente riconosciuto il commercio equo e solidale.
Esistono diverse varianti del logo originale, a seconda che si riferisca al singolo ingrediente oppure a un prodotto. In quest’ultimo caso il marchio è accompagnato da una freccia che invita il consumatore a scoprire la composizione del prodotto e dei suoi ingredienti sul retro della confezione. Per potersi fregiare della certificazione Fairtrade, i prodotti devono superare una soglia minima del singolo ingrediente pari al 20%.
Tra i casi particolari ci sono l’oro e il cotone, che dispongono di un marchio specifico. Se presente, stabilisce che l’oro o il cotone siano al 100% derivati da una lavorazione equa e sostenibile, senza essere mescolati con altri componenti durante il processo di produzione. Il marchio su sfondo bianco, invece, suggerisce che l’ingrediente indicato sia conforme ai criteri Fairtrade nel suo risultato finale.
Per conseguire la certificazione Fairtrade è necessario rispettare tre parametri:
- Criteri economici: stabiliscono il prezzo minimo per proteggere i produttori da un crollo del mercato e consentire una pianificazione a lungo termine;
- Criteri ambientali: stabiliscono le pratiche ecologiche da rispettare durante l’intera filiera produttiva. Tra esse la gestione responsabile dell'acqua e dei rifiuti, la tutela della biodiversità e del consumo di suolo, l'uso minimo di pesticidi e prodotti chimici;
- Criteri sociali: incoraggiano l’aggregazione in cooperative, attuazione di processi decisionali partecipativi, comunicazione trasparente e assenza di qualsiasi forma di discriminazione.
Tra gli ingredienti che rispettano la certificazione Fairtrade troviamo per esempio cioccolato, zucchero, miele, caffè, tè, frutto, riso, cereali, spezie, cotone e oro.