Sorprese Kinder anni ‘90: quali sono state le più iconiche
Acquistare un Kinder Sorpresa non significava soltanto assaporare il guscio di cioccolato al latte, ricoperto internamente da uno strato di glassa bianca: equivaleva a provare l’ebbrezza della scoperta, a cimentarsi con il fascino dell’ignoto, in una vera e propria caccia al tesoro in miniatura.
Il contenuto dell’uovo di cioccolato, in fin dei conti, era quasi più importante dello stesso snack: un involucro di plastica gialla a forma di capsula, che nascondeva un oggetto. Piccoli capolavori che hanno segnato l’infanzia di molte persone, sia per la loro qualità artigianale che per la capacità di stimolare il collezionismo. Non solo i bambini ma anche molti adulti iniziarono ad accumulare le sorprese, rendendole col tempo delle opere di culto. Oggi possiamo affermare che gli oggetti Kinder abbiano lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo, divenendo un piccolo pezzo di storia per chi è cresciuto negli anni ‘90.
Cosa rappresentavano le sorprese Kinder per i bambini?
Per i bambini – e non solo – ogni sorpresa era una scoperta unica, che alimentava il desiderio di completare le collezioni. Gli oggetti erano curati nei minimi dettagli: con i loro design, colorati e fantasiosi, diventavano veri e propri “tesori” personali, spesso custoditi gelosamente o esposti con orgoglio.
Gli appassionati, per arricchire la propria raccolta, iniziarono a scambiarsi i doppioni, alimentando il fattore collezionismo. Così, gli ovetti e le loro sorprese divennero rapidamente argomento di conversazione e motivo di socializzazione tra i bambini: cercare i pezzi mancanti rafforzava i legami fra coetanei. Uno degli aspetti distintivi delle sorprese Kinder degli anni ’90, poi, era la presenza di componenti assemblabili che offrivano un’esperienza interattiva: molti bambini andavano oltre le istruzioni, dando sfogo alla loro creatività e combinando pezzi di sorprese diverse per dar vita a oggetti unici. Questo fenomeno, successivamente, portò Kinder a creare serie dedicate interamente a personaggi assemblabili.
Le sorprese Kinder più iconiche degli anni ’90: ecco quali sono
Tra le collezioni più amate delle sorprese Kinder degli anni ’90 troviamo la serie Panda Party, introdotta nel 1996. Includeva piccoli panda che, come ci suggerisce il nome, si preparavano alla celebrazione di una festa allegra e colorata. Ciascuno dei dieci personaggi rappresentava un momento peculiare: c’era il panda “musicista”, quello “fotografo”, quello “ballerino” e così via. Queste sorprese si distinguevano per il loro tema gioioso e per i dettagli curati che li rendevano irresistibili.
Le simpatiche Ranoplà del 1993 rappresentavano una collezione di rane antropomorfe, ognuna con una storia e un accessorio unico. Questi anfibi erano spesso ritratti in situazioni comiche, come nel caso della rana chef, con il suo cappello da cuoco, o della rana viaggiatrice con tanto di zaino e cappello da esploratore. L’intera serie, composta da dodici pezzi, può valere oggi più di 200 euro.
Un’altra collezione, emessa nel 1992, è quella delle Tartallegre: buffe tartarughine con personalità bizzarre e scenari tematici peculiari, rimaste un simbolo della cultura Kinder. Anche queste tartarughine, come le Ranoplà, erano dotate di un design antropomorfo, che dava loro un tocco allegro e colorato. Rappresentavano scene di vita quotidiana o fantastica, come la tartaruga regina con la sua corona e la tartaruga in vacanza, intenta a fare la tintarella con gli occhiali da sole. Questo set da dieci pezzi era particolarmente amato per il suo stile cartoonesco.
I dieci Pingui Beach, dipinti a mano, partono da una base d’asta da 250 euro per la serie completa con tanto di foglio illustrativo. Chiudiamo con una delle collezioni più adorate e ricordate in assoluto, gli Happypotami del 1991. I piccoli ippopotami blu antropomorfi venivano rappresentati in situazioni buffe e quotidiane. Un musicista, un pittore, uno sportivo e così via: ogni personaggio aveva un design unico, con dettagli impressionanti per l’epoca. Oggi, il set completo degli Happypotami può valere anche più di 300 euro.