
Significato Marketing relazionale: cosa è e migliori esempi
L’idea di fondo è semplice: costruire una relazione di fiducia nel tempo in modo che il cliente non solo torni ad acquistare, ma diventi spontaneamente un portavoce del brand.
Alla luce di queste premesse si tratta dunque di un’arma potentissima per le aziende: costruire un rapporto solido con i consumatori porta ad una maggiore fedeltà, un incremento delle vendite nel lungo periodo e una riduzione dei costi di acquisizione di nuovi clienti. Questi ultimi, se soddisfatti, non solo torneranno a spendere ma saranno anche più propensi a raccomandare il brand ad amici e familiari, iniziando una reazione a catena che porti nuovi acquirenti senza la necessità di costose campagne pubblicitarie.
Marketing relazionale: perché è così efficace
Il marketing relazionale è una strategia che va ben oltre il classico obiettivo di “vendere di più”. La fidelizzazione è un cavallo di battaglia per questo modus operandi: un cliente soddisfatto è più propenso a rimanere devoto a un brand e a preferirlo rispetto alla concorrenza, senza farsi influenzare da prezzi o offerte di quest’ultima. Attirare nuove persone, d’altro canto, richiede grandi investimenti, mentre mantenere il proprio “fan club” esistente costa molto meno. Chi è soddisfatto torna spontaneamente e, ancor meglio, porta con sé nuovi consumatori.
Instillare un senso di appartenenza, insomma, significa per un marchio creare un vero e proprio circolo di sostenitori e assicurarsi una garanzia di successo. Questa tipologia di rapporto non si limita alla semplice vendita ma diventa qualcosa di più profondo, sulla base dell’esperienza e della condivisione tra individui. Un altro grande vantaggio del marketing relazionale è la possibilità di raccogliere dati utili sugli acquirenti: una targetizzazione in piena regola, da sfruttare in un secondo momento in fase di profilazione, per offrire esperienze sempre più personalizzate.
Esempi di successo di marketing relazionale
Alcune realtà hanno imparato a padroneggiare il marketing relazionale, diventandone maestri e dando adito ad autentiche community attorno ai loro prodotti. Amazon Prime è uno degli esempi più evidenti: al di là del servizio di spedizioni rapide, il colosso di Jeff Bezos ha creato un ecosistema di vantaggi esclusivi per gli abbonati. Basti pensare alle offerte speciali, ma anche a film, serie tv, musica, e-book e così via. Tutti questi servizi rendono quasi impensabile per un cliente rinunciare ai propri privilegi: una volta dentro, è difficile andarsene. Un discorso analogo vale per Spotify, che ha reso l’ascolto di musica un’esperienza personalizzata. Grazie agli algoritmi, l’azienda crea playlist su misura per ogni utente: Wrapped, il riepilogo sugli ascolti annuali, diventa a più riprese virale sui social.
Apple è un altro esempio calzante: chi entra nell’ecosistema della “mela” difficilmente ne esce, anche perché tutti i dispositivi e i servizi sono perfettamente integrati tra loro. Questo non solo crea comodità, ma fidelizza i clienti in modo naturale. Come Apple, anche Nike ha saputo costruire un’intera community attorno al suo brand. Programmi come Nike Membership e l’app Nike Run Club, oltre a proporre vantaggi sugli acquisti, incoraggiano gli sportivi (e non solo) a mettersi in gioco con sfide di allenamento e contenuti esclusivi.
McDonald’s ha spinto molto sul marketing relazionale con la sua app, che offre sconti personalizzati e punti fedeltà per ogni acquisto. Le collaborazioni con celebrità per lanciare menù selezionati, come i My Selection di Joe Bastianich, mirano a creare un senso di esclusività, facendo sentire i clienti come se avessero accesso a qualcosa di elitario e personalizzato. Chiudiamo con Netflix, che sa esattamente come mantenere vicini i suoi utenti: grazie a consigli personalizzati e contenuti sempre aggiornati, ad ogni abbonato corrisponde un’esperienza di visione unica nel suo genere. La comunicazione social della piattaforma è improntata su strategie virali per generare hype sulle nuove uscite: il pubblico è coinvolto direttamente attraverso meme, sondaggi e interazioni.