Raccolte di action figure collezionabili in edicola: le più famose
Ma quando smartphone e computer erano ancora lontani dall’essere concepiti, uno dei passatempi prediletti dai bambini dell’epoca era la collezione dei loro personaggi preferiti, ossia le action figures. Oggi il fenomeno è diventato più di nicchia, ed è quasi assimilabile al collezionismo in senso stretto, anche perché di figure nuove nel mondo dell’intrattenimento ne sono nate sempre meno.
Il termine “action figure” ha una sua precisa collocazione all’interno del dizionario, ed è stato coniato in contrapposizione con “doll”, vale a dire bambola. In entrambi i casi si fa riferimento alla prospettiva in scala (formato 1:12 nella misura americana dei pollici), tuttavia la bambola viene definita come “giocattolo per bambini”, mentre l’action figure semplicemente come “giocattolo”. Un’altra differenza più marcata (e accettata) attribuisce alla bambola la parentela quale riproduzione di un essere umano, mentre l’action figure richiama più il mondo dei personaggi di fantasia.
A livello cronologico la bambola precedette l’action figure di qualche anno. Barbie nacque infatti nel 1959 mentre il primo supereroe in miniatura fu G.I. Joe, prodotto dalla Hasbro. Da quel momento l’action figure si è adeguata alle consuetudini culturali del tempo, diventando un fenomeno di marketing dichiaratamente orientato verso il target maschile.
Le raccolte di Action Figure più famose di sempre
Vediamo quindi in questa rassegna quali sono stati gli action figures più famosi di sempre:
- G.I. Joe: non si può dunque che partire dal pionere del genere. Direttamente basato sul personaggio della serie a fumetti (risalente agli anni Quaranta), la compagnia di giocattoli tedesca Hasbro creò il filone degli action figures nel 1964 commercializzando il primo G.I. Joe. La line-up evolse parallelamente alla stessa Barbie, ma se della bambola più famosa della storia non si ricordano particolari declinazioni, nel caso di G.I. Joe vennero realizzate numerose varianti: dal soldato di colore alla soldatessa. Di conseguenza, il nome fu esteso all’intera collezione, da cui furono poi ricavate “G.I. Joe Adventure” (1970) e “G.I. Joe – a real american hero” (1982). Una nuova evoluzione giunse nel 2007, quando nacquero 13 nuovi action figures per festeggiare il 25esimo anniversario. Dal fumetto sono stati successivamente ricavati gli anime e, recentemente, gli episodi della saga cinematografica;
- Star Wars: davanti all’espressione di merchandising più pura che sia mai esistita, gli action figures furono il trampolino di lancio della linea di prodotto. Il concept fu chiaro sin dal principio, con la Fox che cercò committenti per sviluppare la line-up da far esordire in concomitanza con l’uscita del primo episodio della saga (nel 1977). Il bando fu vinto dall’americana Kenner, che vide ripagato l’investimento nel giro di appena un anno. La produzione andò avanti fino ai primi anni Duemila, quando il rapporto costi/benefici nel ramo manifatturiero si era decisamente assottigliato;
- Optimus prime (Commander): tra le peculiarità degli action figures ci deve essere senza dubbio la duttilità a livello di configurazione. E nessuno può incarnare ottimamente questo spirito quanto il protagonista della serie Transformers (concetto che oggi ritroviamo, in miniatura, nei Lego). La proprietaria Hasbro riscosse maggior credito con la Generation One (siamo alla fine degli anni Ottanta), eppure non smise di assecondare la tendenza anche con i capitoli successivi;
- Tartarughe Ninja: Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo, quanti comodini possono vantarsi di aver ospitato le tartarughe più celebri dell’intrattenimento. La linea di action figures nacque nel 1987 (il fumetto è del 1984), e benché l’azienda proprietaria del brevetto introdusse nel tempo alcune versioni ristilizzate, le preferenze del mercato espressero un chiaro verdetto: nulla era paragonabili agli originali;
- Buzz Light Year: impossibile non citare in questa lista un personaggio nato come action figure. L’astronauta della Pixar ricopre questo ruolo sia nella trama, come nuovo giocattolo per il piccolo Andy, sia nella sua carriera cinematografica, dove riesce ad avere una serie incentrata sulla propria figura.
Questa lista chiaramente è solamente parziale e non annovera altre raccolte che sono comunque entrate nell’immaginario collettivo. Tralasciando l’universo Lego, che ha inglobato come una marea molti dei riferimenti precedenti, si possono citare i personaggi di Dragon Ball come elemento di transizione tra passato e presente. Come detto, oggigiorno sono poche le collezioni realmente di successo: tra queste figurano “The Last of Us” e “God of War”.