Quanto vale il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia? I dati
Le nuove tecnologie hanno il potenziale per influenzare la crescita economica a tutto tondo, stimolando l’innovazione, aumentando l’automazione e la produttività e contribuendo alla creazione di nuove opportunità lavorative e di business. Non è un caso che l’intelligenza artificiale sia considerata una componente chiave delle industrie tecnologiche emergenti. Il mercato dell’AI è inevitabilmente soggetto allo sviluppo, alla produzione, alla vendita e all’uso di sistemi informatici in grado di simulare il pensiero umano.
Il mercato dell’intelligenza artificiale: un mondo in continua evoluzione
Il mercato dell’AI fa riferimento agli investimenti nello sviluppo e nell’implementazione di software e algoritmi dotati di capacità “senzienti”. Questi supporti trovano applicazione in diversi campi, dall’analisi dei dati all’automazione di processi complessi. In ambito aziendale, l’intelligenza artificiale presuppone conoscenza e formazione: per questo, nel contesto tecnologico, si rendono necessari corsi e risorse educative per lo sviluppo delle nuove competenze. Aziende più lungimiranti possono offrire servizi di consulenza che agevolino altre organizzazioni nel loro aggiornamento, integrando tecnologie esistenti o formando il personale. Ma non finisce certo qui: i potenziali sviluppi nel mercato dell’intelligenza artificiale restano in costante evoluzione. La stessa tecnologia, infatti, progredisce a vista d’occhio identificando a sua volta, progressivamente, delle nuove applicazioni. La portata di questo flusso è potenzialmente sconfinata e finirà per investire una mole sempre più estesa di attori, dalle grandi aziende alle start-up, dai fornitori di servizi ai consulenti.
Il valore del mercato dell’AI in Italia
Alcune ricerche hanno messo nero su bianco quanto il Vecchio Continente sia ancora indietro rispetto ad altre grandi potenze negli investimenti nel campo dell’AI. Al 2023, l’Unione Europea spende una cifra dieci volte inferiore a quella degli Stati Uniti e pari alla metà di quella della Cina per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Lo ha reso noto il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire durante un trilaterale sul digitale, tenutosi a Roma, con gli omologhi italiano e tedesco. Per quanto riguarda il mercato del nostro Paese quest’ultimo è ancora indietro, seppur con prospettive future incoraggianti. A dimostrarlo i dati raccolti dal Rapporto “L’Intelligenza Artificiale in Italia - Mercato, Innovazione, Sviluppi”, stilato dal Centro Studi Tim in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center. Nell’anno appena trascorso il giro d’affari legato all’AI nel Belpaese si attesta a 1,9 miliardi di euro, ma si prevede che questo valore raggiunga i 6,6 miliardi entro il 2027, con una crescita annua del 37%. A livello globale, invece, supererà quota 407 miliardi di euro.
Il rapporto tra intelligenza artificiale e imprese italiane
I principali investimenti a sostegno del mercato dell’intelligenza artificiale in Italia sono legati ai comparti finanziario, delle telecomunicazioni e IT, della manifattura e retail. Ulteriore potenziale di crescita è intravisto nei settori dell’assistenza sanitaria, della pubblica amministrazione e dell’agricoltura. Tra le aziende italiane, le più grandi si confermano quelle che adottano maggiormente l’AI. Interpretando le informazioni del Centro Studi Tim, infatti, stime recenti decantano un utilizzo dell’intelligenza artificiale già ben presente nel 60-70% delle grandi imprese. Secondo i ricercatori, le nuove tecnologie faranno anche da trampolino di lancio per lo sviluppo economico del Paese: basti pensare che, secondo le stime, dal 2022 al 2026 l’intelligenza artificiale offrirà un contributo cumulato al Pil dell’Italia fino a 195 miliardi di euro. Un valore medio annuo di quasi 40 miliardi di euro, pari a circa il 2% del Prodotto interno lordo. Un’altra informazione interessante sta nei risvolti positivi dell’applicazione dell’intelligenza artificiale sulla sostenibilità ambientale. Su scala industriale, e in particolare nei settori energetico, agricolo, idrico e dei trasporti, l’AI contribuirà a diminuire complessivamente in Italia le emissioni di CO2 equivalenti di circa 116 milioni di tonnellate nel periodo 2020-2030. Una riduzione media annua che ammonta a circa il 2,6% del totale delle emissioni.