L’intelligenza artificiale può davvero distruggere l’umanità?
Tra le peggiori e più drammatiche circostanze ipotizzabili è possibile, almeno teoricamente, immaginare che l’AI possa contribuire alla distruzione dell’umanità. Come vedremo, va comunque sottolineato che si tratta di uno scenario estremo, e dunque alquanto inverosimile. Decisiva si rivelerà, negli anni e con il progresso delle tecnologie, la stretta supervisione dell’uomo: un impegno globale nella progettazione di sistemi etici e sicuri avrà un ruolo chiave per fare in modo che l’AI venga sviluppata e utilizzata nel rispetto del bene dell’umanità.
Le minacce dell’AI
Nei dibattiti pubblici, nei media e nella cultura popolare si associa spesso l’intelligenza artificiale ad un fenomeno di disoccupazione di massa. Specialmente in determinati settori, infatti, l’automatizzazione promossa dall’AI potrebbe portare alla perdita di milioni di posti di lavoro. In una situazione simile, a proliferare sarebbero disuguaglianza economica, instabilità sociale e difficoltà di riqualificazione per un’ampia fetta di lavoratori. Ma l’intelligenza artificiale non è soltanto automatizzazione di compiti ripetitivi: finendo nelle mani sbagliate, le nuove tecnologie potrebbero essere impiegate per sviluppare armi autonome, in grado di prendere decisioni sulla vita o la morte senza una supervisione diretta degli umani. Il rischio è di innescare una corsa agli armamenti, con un conseguente aumento dei conflitti. Sistemi avanzati potrebbero anche essere impiegati per manipolare considerevolmente l’informazione e l’opinione pubblica: la diffusione della disinformazione su larga scala rappresenta uno dei principali pericoli per la democrazia. Tra i fattori di rischio di una dipendenza sempre crescente dalla tecnologia vi è poi la perdita dell’autonomia umana nei contesti critici. Ciò si concretizzerebbe nel progressivo smarrimento di alcune qualità individuali, come le capacità di pensiero critico e di problem-solving. I sistemi di AI, infine, possono essere soggetti a vulnerabilità e a conseguenti attacchi informatici: tra i danni più significativi rientrano le violazioni della privacy e il furto di dati sensibili, con ipotesi di sabotaggi e persino attacchi terroristici sullo sfondo.
Intelligenza artificiale e distruzione dell’umanità: perché sì, perché no
In un futuro distopico, le conseguenze catastrofiche provocate dall’intelligenza artificiale andrebbero a concretizzarsi attraverso azioni dirette, come la distruzione deliberata, oppure tramite azioni indirette. La tecnologia potrebbe infatti sfuggire al controllo umano portando a termine i compiti assegnati in modo deleterio. Per alcune ragioni, tuttavia, possiamo assumere un atteggiamento relativamente ottimista verso il futuro. È un dato di fatto come, almeno per il momento, l’AI sia controllata e monitorata da esseri umani: il suo sviluppo è associato in maniera indissolubile a parametri e obiettivi stabiliti da menti pensanti. Ciò sottintende che, in questo momento storico, l’intelligenza artificiale non goda di una reale autonomia, ed è pertanto improbabile che possa agire valicando dei limiti prestabiliti. Governi, organizzazioni internazionali e la stessa industria tecnologica lavorano ogni giorno alla messa a punto di regole e linee guida, all’insegna di uno sviluppo e di un uso responsabile della tecnologia. La maggior parte degli esperti che stanno studiando l’avanzare del fenomeno considera l’idea di un sistema super-intelligente che possa diventare incontrollabile un’ipotesi estremamente remota, una speculazione quasi ingiustificabile. Pur riconoscendo i rischi, insomma, è importante conservare al contempo un approccio equilibrato e razionale: in fin dei conti, l’AI ha dimostrato grande potenziale nella risoluzione dei problemi e nel miglioramento della qualità della vita dell’uomo. Molte delle attuali applicazioni di questa tecnologia riscontrano esiti positivi nei settori della salute, dell’istruzione, della mobilità e non solo. Concentrare gli sforzi sulla gestione del rischio, sull’etica e sulla promozione di un utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale, in linea con gli obiettivi umani, non può che fungere da garanzia per il bene dell’umanità.