Giochi Smart per bambini: cosa sono e come funzionano
Tutto bello e interessante, ma in parallelo è nata inevitabilmente una discussione interessata riguardo il ruolo che l’intelligenza artificiale potrà avere nella vita quotidiana dei bambini, a partire proprio dai giochi: una diatriba legata alle questioni etiche e anche ai possibili rischi e ripercussioni che potranno esserci.
Basta guardare a quanto accaduto con i social network ad esempio, che spesso hanno diffuso contenuti non adatti ai bambini e si sono dunque ritrovati a imporre il rispetto di requisiti anagrafici (che vengono puntualmente aggirati). Quella che invece può essere un’altra strada è quella percorsa da YouTube che ha deciso di concentrarsi invece su una versione dedicata interamente ai bambini. Possibili sviluppi, idee e percorsi, ma la domanda resta: come comportarsi con i giocattoli definiti smart? Vediamo insieme alcuni esempi e potenziali criticità.
Dai robot ai giochi tematici: quando l’AI può diventare di supporto ai più piccoli
Andando a spulciare da vari siti specializzati, abbiamo trovato alcuni esempi di giocattoli smart che potrebbero prendere sempre più piede nei prossimi anni. La dinamica di base del gioco resta la stessa, con l’intelligenza artificiale che non fa altro che implementare l’efficacia del prodotto. Ne sia da esempio Roybi, definito da più parti il giocattolo più intelligente del mondo: il suo obiettivo è quello di insegnare le lingue e di fornire al tempo stesso le abilità che ricadono sotto l’acronimo STEM - Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Di base è un robot, ma con una capacità di accedere a un catalogo sterminato di opzione (basti pensare che è in grado di insegnare più di 70.000 termini).
Le potenzialità quindi restano illimitate o quasi - un bambino dovrebbe giocarci per decenni per annoiarsi con lo stesso gioco o motivetto, come accade invece con i bambolotti classici. Un supporto che può avere anche un risvolto medico e sul quale si sono concentrati dei ricercatori italiani che hanno creato dei giocattoli-robot per bambini con disabilità cognitive: l’obiettivo del giocattolo smart in questo caso è quello di adattarsi alle capacità sensoriali e di stimolo del bambino e di creare quindi un’esperienza di gioco che sia accessibile a tutti. Anche a chi ha più difficoltà di altri.
I dubbi e i tanti rischi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei giocattoli
Di fronte a scelte e percorsi nobili come quelli elencati di sopra, diventa complicato trovare delle opposizioni allo sviluppo dei giochi “potenziati” dall’intelligenza artificiale. In realtà però dobbiamo farci un bel po’ di domande e immaginare scenari non del tutto scontati, prima di poter sdoganare con certezza la bontà di iniziative che aprono anche delle crepe a livello morale. Quali? Beh, la base di partenza è che l’intelligenza artificiale può avere effetto su chi la usa soltanto se ha l’opportunità di conoscere e interagire con la persona che ha di fronte. Questo vuol dire permettere l’accesso a indicazioni e dati sensibili relativi a minori, connotazioni mediche e patologiche di ragazzi che potrebbero beneficiare di quei trattamenti. Ma chi garantisce la sicurezza di questi dispositivi? In più viene monitorato il percorso di sviluppo e di apprendimento del bambino: una mole di dati neanche immaginabile fino a qualche tempo fa che permetterebbe di schedare ogni persona sin dalla più tenera età. È moralmente accettabile? Soprattutto: riusciamo anche soltanto lontanamente a immaginare che deriva potrebbe prendere una situazione del genere?
Ultima suggestione (ma sarebbero infinite): il gioco reagisce agli stimoli che il bambino gli sottopone, ma nel percorso di crescita non è pur vero il contrario? Non bisogna cercare di dare a tutti le stesse opportunità di vedere e conoscere il mondo? Se il gioco si adatta a te e la tua base di partenza cognitiva è diversa da quella degli altri, non si corre il rischio di lasciare sempre indietro gli stessi? Tanti interrogativi, a cui proveremo nei prossimi anni - con l’esperienza e non solo - a dare una risposta.