
Curiosità dal mondo dei giocattoli: invenzioni geniali nate per caso
Spesso quello che nasce come un prodotto destinato a tutt’altro uso, un esperimento fallito o un errore di laboratorio si rivela invece una trovata destinata ad entrare negli annali. È il caso dell’arcinoto Teddy Bear, ispirato ad un celebre episodio che coinvolse il presidente Roosevelt, oppure dello Slinky, che in origine è nato come un componente navale, ma non solo. Gli aneddoti che andremo a svelare dimostrano come, nel mondo dei giocattoli e non solo, la fortuna e le circostanze possano ricoprire un ruolo fondamentale al pari dell’ingegno.
Giocattoli nati per caso: Slinky, la molla magica
Nel 1943 l’ingegnere Richard James stava lavorando ad un sistema di sospensione per le navi militari statunitensi. Un giorno, accidentalmente, fece cadere una delle sue molle metalliche e notò che l’aggeggio rimbalzava, “camminando” in modo curioso lungo il pavimento. E così, affascinato da tali movenze, James ne parlò con la moglie, che gli suggerì di trasformare la molla in un giocattolo. Due anni più tardi venne brevettato lo Slinky: i primi 400 modelli andarono in fumo nel giro di 90 minuti, al costo di un dollaro l’uno. Da allora nel mondo ne sono stati venduti diverse centinaia di milioni.
Wacky Wall Walker, il ragno appiccicoso che ha fatto la storia
Il Wacky Wall Walker, piccolo ragno che si attacca ai muri e scivola lentamente giù, divenne un fenomeno globale negli anni Ottanta. Anche in questo caso la sua diffusione fu del tutto casuale: Ken Hakuta, imprenditore americano di origini giapponesi, ricevette in dono da sua madre un curioso giocattolo di gomma appiccicosa proveniente dalla Cina. Questi, osservando quel piccolo oggetto che aderiva alle superfici, vide in esso un incredibile potenziale. Acquistati i diritti per circa 100mila dollari, Hakuta iniziò a distribuirlo negli Stati Uniti e, in pochissimo tempo, il Wacky Wall Walker divenne un successo. In pochi mesi l’inventore ne vendette più di 240 milioni di pezzi, guadagnando circa 80 milioni di dollari.
Da bambola a icona globale: la nascita di Barbie
La bambola più iconica di sempre è nata alla fine degli anni Cinquanta dall’estro di Ruth Handler. La cofondatrice di Mattel è stata ispirata da sua figlia Barbara la quale, giocando con le bambole di carta, era solita dare loro dei ruoli da adulti. Durante un viaggio in Germania, Handler vide la bambola Bild Lilli, originariamente un gadget per adulti: tornata in America, la ridisegnò e la lanciò nel 1959 come Barbie.
Le macchinine Hot Wheels: la svolta di un ingegnere aerospaziale
Restando nella famiglia Handler, negli anni Sessanta il marito di Ruth, Elliot, voleva creare macchinine più veloci rispetto a quelle sul mercato. E così, con l’aiuto di un ex ingegnere della General Motors e di un esperto di razzi aerospaziali, sviluppò ruote a basso attrito pensate per risultare incredibilmente scorrevoli. Nacquero così le Hot Wheels, le macchinine più vendute di sempre.
Un “errore chimico rimbalzante”: le Super Ball
Chi non ha mai tenuto tra le dita una di quelle palline magiche che rimbalzano ovunque per casa? Negli anni Sessanta l’ingegnere Norman Stingley cercava di creare una nuova gomma sintetica che fosse super resistente. E così, involontariamente, diede vita ad una sostanza incredibilmente elastica che rimbalzava a grande velocità. L’azienda americana Wham-O commercializzò le sfere come Super Ball, vendendone oltre 6 milioni di pezzi in meno di un anno. Questi piccoli oggetti hanno anche ispirato il nome del Super Bowl del football americano.
Il Teddy Bear: una “coincidenza presidenziale”
Nel 1902, durante una battuta di caccia, il presidente statunitense Theodore Roosevelt si rifiutò di sparare a un orso bruno, poi ribattezzato dalla stampa “Teddy Bear”. Non una casualità, visto che lo stesso Roosevelt era soprannominato “Teddy”. La vicenda divenne talmente iconica che un negoziante, Moris Michtom, creò un orsetto di pezza chiamandolo proprio Teddy Bear. Da quel momento il peluche divenne uno dei giocattoli più amati al mondo, nominato persino dallo stesso Roosevelt come mascotte ufficiale della campagna elettorale per le presidenziali del 1904.