Cosa sono i giocattoli didattici e perché sono utili nella crescita del bambino
I giocattoli didattici sono pensati infatti sia per i bimbi di pochi mesi che per i bambini leggermente più grandi, giocattoli idonei per chi ha 2 e 3 anni ma anche per tutte le fasce d’età che vanno dalla scuola materna sino alla scuola primaria. I giochi didattici per bambini non devono essere troppo impegnativi, infatti devono scegliersi giochi adatti all’età; per un bambino, giocare significa imparare ed è il suo modo di approcciarsi e conoscere il mondo intorno a sé e contemporaneamente fare esperienza di piacere ludico e di apprendimento. Riuscire a non superare quel labile confine diventa cruciale per evitare di appesantire (e rendere poi vana) l’esperienza del bambino.
Giocattoli didattici e il ruolo dei genitori: fondamentale il confronto con gli adulti
Il ruolo dei genitori è di fondamentale importanza in ogni tappa della crescita del bambino, quindi, anche nel gioco, specie nelle prime fasi dello sviluppo infantile. La figura genitoriale/educativa è quella in grado di sostenere e accompagnare il bambino nelle sue attività, finché egli non è in grado di praticarle in autonomia. L’adulto, infatti, assume un altro importante ruolo, quello dell’educazione al gioco. Non vi è necessità di riempire la bambina o il bambino di mille giocattoli, ma insegnargli a selezionarne uno solo a cui dedicarsi in quel momento, per poi partire alla scoperta di un altro. Il gioco libero è sempre preferibile all’utilizzo di giochi interattivi, tablet e computer, già dai primi anni di vita dei più piccoli, inculcando l’idea che si tratti della scelta migliore per un futuro pieno di opportunità per loro. Non solo: non bisogna mai lasciarsi sopraffare dai ritmi della vita moderna, marginalizzando quella che è un’esperienza cruciale nello sviluppo dei piccoli. Giocare con i propri bambini infatti è una delle chiavi per renderli più consapevoli di ciò che accade attorno a loro.
Attività da poter fare con i neonati: iniziare con il gioco dello specchio
Tra gli infiniti cambiamenti che comporta la vita con il neonato, al neo-genitore potrebbe sfuggire l'importanza di metterlo, da sveglio, nella posizione prona e fare con lui delle semplici attività. È fondamentale perché stare a pancia in giù incoraggia il movimento e stimola le vie cerebrali. Tra l'altro, facilita anche il drenaggio dei dotti tra le orecchie e il naso che si ostruiscono abbastanza facilmente causando infezioni alle orecchie. Un'idea semplice e divertente è appoggiare uno specchio davanti al bebè (magari sistemandolo vicino a una parete per sicurezza), mentre lui è a pancia in giù, sul lettone o su un morbido tappeto. Giocate con la sua immagine e la vostra per qualche secondo: il piccolo fa fatica a sollevare la testa, quindi è opportuno non allungare i tempi del gioco ma si può ripeterlo più volte nel corso della giornata: uno stimolo semplice, ma che può portare grandi benefici.
Alcuni esempi per bambini della scuola primaria: conoscere il mondo giocando
Uno dei giochi che più spessi vengono citati da esperti del settore è quello dal nome “Indovina cosa viene a galla”. Non solo un gioco ma un vero esperimento molto semplice da poter realizzare in casa, all'aria aperta, ideale da fare in spiaggia. Questo semplice esperimento è perfetto per spiegare ai bambini più piccoli cosa significa galleggiare. Per questo gioco-esperimento serve un secchiello o una ciotola con dell'acqua e oggetti di peso e materiale differente, ad esempio un sasso, un tappo, un cucchiaino e così via. Prima di far immergere l'oggetto chiedete al bambino cosa secondo lui galleggia e cosa non galleggia. È un passatempo semplice che insegnerà al bambino un principio fisico in modo divertente, a dimostrazione di come serva veramente poco per essere educativi. Un altro è “C’era una volta..”: per stimolare la fantasia dei bambini si può chiedere loro di inventare una storia nella quale devono inserire un oggetto, un personaggio e uno elemento magico assegnati. Stabilite il tempo a disposizione dei bambini per inventare la storia e poi a turno ciascun bambino racconterà la sua favola. Potete premiare quella più fantasiosa o per non scontentare nessuno potete dare un piccolo riconoscimento, ad esempio un diploma di "racconta-favole" a ciascun bambino. Anche in questo caso non ve ne pentirete.