Quali sono le tecniche di marketing più efficaci: gli esempi famosi
Come rivelato da alcuni esempi iconici, infatti, questi elementi si sono rivelati indispensabili nell’ottica del coinvolgimento del consumatore e per aumentare la rilevanza del brand.
Le tecniche che andremo ad approfondire, basate su storytelling, scarsità e co-marketing, dimostrano come le strategie di vendita più efficaci vadano di gran lunga oltre la semplice promozione di un prodotto. In un disegno efficace, i brand si trasformano in vere e proprie esperienze culturali, andando a stabilire legami profondi tra le aziende e la clientela.
Lo storytelling di marca
Lo storytelling è uno dei pilastri del marketing moderno. Raccontare storie permette ai brand di veicolare immagini, valori ed emozioni, stimolando empatia. Un esempio indicativo è quello del payoff “Just Do It” pensato da Nike. Il marchio americano non si limita a vendere sneakers o abbigliamento sportivo: nelle sue campagne racconta il vissuto delle persone. Non solo di superstar dello sport, sia chiaro, ma anche di individui comuni, capaci di superare le difficoltà per realizzare qualcosa di straordinario. Il cliente è così portato a credere che, indossando Nike, possa acquisire anch’egli la capacità di superare i propri limiti.
Un tipo diverso di storytelling è quello adottato da Spotify, colosso dello streaming musicale on demand, che ha sfruttato i dati a propria disposizione su ascolti, gusti musicali e tendenze degli utenti. Da qui è nato Spotify Wrapped, spazio interno alla piattaforma dove poter visualizzare un bilancio della propria attività e dei propri consumi musicali annuali. I risultati, da condividere agevolmente sui social network, creano un momento impagabile di condivisione collettiva.
Il marketing della scarsità
Anche la scarsità è una leva psicologica potente: molte aziende ne hanno approfittato per instaurare nel consumatore un senso di urgenza impellente. Diversi marchi d’abbigliamento rilasciano periodicamente delle capsule collection in edizione limitata. È il caso di Supreme, il cui approccio ha creato un’atmosfera esclusiva, con clienti frettolosi di concludere i loro acquisti prima che gli articoli desiderati finiscano. Tale stratagemma ha trasformato i prodotti Supreme in veri e propri oggetti di culto, alimentando desiderio e percezione di rarità.
Un altro esempio significativo e attuale è quello di McDonald’s con il suo iconico Big Tasty. Un panino in sé e per sé piuttosto ordinario, che tuttavia non è sempre disponibile in Italia: nel 2024 è tornato sul mercato del Belpaese per un periodo di tempo limitato. Molti clienti, dunque, si sono affrettati a comprarlo, con il noto fast food che ha cavalcato l’hype legato alla sua presenza.
Collaborazioni e iniziative di co-marketing
Le collaborazioni tra brand sono un modo molto efficace per espandere il proprio pubblico e accedere a nuovi segmenti di mercato. A beneficiarne, come si evince dai prossimi esempi, sono entrambe le parti in causa in modo reciproco. Lego ha collaborato con diverse icone della cultura pop: un caso emblematico è quello dei set ispirati a Stranger Things. In questo frangente, il co-marketing ha fatto leva sull’enorme fanbase della serie per attrarre gli appassionati, avvicinando target trasversali. La partnership, chiaramente, ha creato un forte valore aggiunto per ambo le parti.
Un altro esempio degno di nota è quello della collaborazione tra H&M e Balmain, un’eccellente soluzione per accostare due mondi che di solito non si incontrano e condurre l’alta moda alla portata di tutti. L’accessibilità dei prezzi della collezione ha attirato sciami di consumatori nei negozi, creando un altissimo livello di attesa e di visibilità per entrambi i marchi. Questa formula ha permesso a chi normalmente non potrebbe permettersi capi firmati di vivere un’esperienza di lusso ad un prezzo abbordabile. Balmain, dal canto suo, ha avuto la possibilità di entrare nella “sfera pop”, di espandersi e farsi conoscere da un’audience più ampia.