
Intelligenza artificiale e inquinamento: quanto costa addestrare l’AI
L’AI, per cominciare, inquina sotto forma di consumo energetico massiccio: del resto non si tratta di qualcosa di magico o immateriale. Dietro ogni funzione “intelligente” ci sono macchinari, energia elettrica, server che consumano risorse e persone che li progettano e gestiscono.
Come ogni straordinaria tecnologia capace di trasformare profondamente la società, l’intelligenza artificiale va maneggiata con cura e attenzione: il prezzo da pagare sul piano ecologico è tangibile, con emissioni e risorse materiali non trascurabili. Ma c’è anche un costo economico, che si esprime attraverso la polarizzazione di potere e ricchezza, e un costo sociale non indifferente. Raccontare queste sfaccettature dell’AI significa addentrarsi in tre scenari intrecciati: quello ambientale, quello economico e quello sociale.
Intelligenza artificiale e inquinamento: la “fame di energia” dell’AI
Per addestrare un modello di intelligenza artificiale avanzata come quelli di ultima generazione servono settimane o mesi di calcoli, da effettuare su infrastrutture informatiche colossali. I data center bruciano una quantità di energia paragonabile a quella di intere città. Per dare un’idea, un singolo modello linguistico di grandi dimensioni può richiedere centinaia di megawattora di elettricità, l’equivalente dei consumi annui di decine e decine di famiglie. Ma non è tutto: i data center vanno anche raffreddati. L’acqua necessaria per mantenere le macchine a temperatura controllata si conta in milioni di litri: solitamente viene fatta scorrere dentro tubi o usata in torri di raffreddamento, dove assorbe il calore dalle macchine e infine evapora.
Secondo alcune stime, poi, l’addestramento di un singolo modello come GPT-3 avrebbe generato emissioni per circa 550 tonnellate di anidride carbonica, prodotta da centrali elettriche che bruciano carbone, gas o petrolio e rilasciano CO₂ nell’aria. Per non parlare dei materiali rari necessari per circuiti specializzati come le GPU, spesso estratti in condizioni non del tutto sostenibili. L’attività di scavo e lavorazione di metalli come il litio, il cobalto o il neodimio, ad esempio, ha conseguenze ambientali e sociali importanti: deforestazione, inquinamento delle acque e conseguenti danni per le popolazioni locali.
Creare e mantenere l’intelligenza artificiale: il contesto socio-economico
Creare e sviluppare l’intelligenza artificiale richiede infrastrutture, energia, dati, personale altamente qualificato: ciò implica che l’affare è per gran parte nelle mani di chi può permettersi investimenti multimiliardari. Si accentua così un divario preesistente: le grandi aziende tech diventano sempre più potenti mentre molte altre realtà, Paesi o imprese restano ai margini. L’AI, poi, sta diventando uno strumento per abbassare i costi del lavoro umano in alcune aree, creando disoccupazione o precarizzazione in settori meno tutelati. Il costo economico non corrisponde soltanto a ciò che si paga in bolletta, ma anche a ciò che si perde in termini di stabilità del lavoro e ridistribuzione della ricchezza.
Ormai è un dato di fatto: i modelli supertecnologici stanno cambiando il nostro modo di vivere, lavorare, apprendere e relazionarci. Questo porta benefici, ma anche rischi profondi. È essenziale monitorare e addestrare continuamente le AI, spesso allenate su dati raccolti online che potrebbero contenere e alimentare pregiudizi, stereotipi, disuguaglianze. Inoltre, l’utilizzo in ambiti come la sorveglianza, la selezione del personale, la giustizia predittiva o la gestione delle risorse pubbliche solleva dibattiti etici e democratici: chi decide cosa è “giusto” o “sbagliato” per un algoritmo? E chi controlla la trasparenza delle scelte? Il futuro dell’intelligenza artificiale, in conclusione, non è scritto nei circuiti o nei cavi ma nella nostra capacità di governarne lo sviluppo. Rendere progressivamente l’AI più sostenibile, più giusta e più trasparente non è un sogno ma un dovere: come abbiamo visto, anche un “pensiero artificiale” lascia un’impronta indelebile nel mondo reale, nella qualità dell’aria, sulla terra e, più in generale, nelle nostre vite.